Il mondo della scrittura ha subito notevoli cambiamenti soprattutto con l’avvento del self publishing. Poter pubblicare in assoluta libertà ha permesso a molti talentuosi di raggiungere il cuore dei lettori, senza dover passare per i tornelli, spesso affollati, delle case editrici. Tutto questo, lasciatemelo dire, è sensazionale.
Purtroppo però, come spesso accade, aprendo le porte non si fa entrare solo il sole e il caldo, ma anche le mosche. Sì, perché l’edizione fai da te ha dato la possibilità di pubblicare anche a coloro che non sanno scrivere, sfortunatamente. Il mio discorso da lettrice compulsiva vuole essere un invito e non una lapidazione. Un invito ad abbracciare l’umiltà .
Che cos’è l’umiltà? È una dote, prima di tutto, capace di far rimanere con i piedi per terra. È la capacità di fare autocritica. È l’intelligenza di comprendere i propri limiti. È, infine, la sensibilità di capire quando si sbaglia.
È capitato a tutti di acquistare un libro e non esserne soddisfatti. Il problema era che non si aveva la possibilità poi di confrontarsi con l’autore. Ora, invece, grazie ai social l’autore è proprio lì, pronto ad ascoltare i suoi lettori. Ecco cosa differenzia in primo luogo uno scrittore da uno scribacchino: l’umiltà di ascoltare e incassare.
Una trama può non piacere, non è un dramma, ma uno scrittore fa autocritica. Perché non sono arrivato a quel lettore? Dove posso aver sbagliato? Ecco cosa si domanda uno scrittore.
Cosa accade, però, quando anche altri aspetti oltre a quelli puramente soggettivi entrano in gioco? Come si deve reagire davanti a orrori grammaticali impunemente lasciati lì e, per di più, a pagamento?
Uno scrittore si avvale di persone qualificate che vengono pagate per correggere quelle leggerezze che possono sfuggire. Uno scrittore lascerà dei refusi che verranno corretti. Uno scrittore davanti a un evidente errore grammaticale, scappato ai suoi occhi e a quelli di un editor, chiede scusa.
Cosa fa uno scribacchino? Si indigna. Si eleva al di sopra del lettore attento e si disinteressa di lui. Uno scribacchino è convinto che le virgole siano opzionali, per esempio, e che stia all’autore sceglierne il luogo più idoneo. No. La virgola ha delle regole e, purtroppo, spesso vengono ignorate proprio da coloro che si spacciano scrittori e sono scribacchini, per esempio.
Questo articolo vuole essere un invito all’umiltà. Riguardare, correggere e cercare di offrire un prodotto migliore. Questo fa uno scrittore.
Siate scrittori e non scribacchini. Date al lettore l’attenzione che merita perché è facile crogiolarsi nei commenti positivi me è nell’affrontare le critiche che dimostrate la maturità.
Affidatevi alle persone che vi mostrano i lati negativi della vostra storia perché sarà grazie a loro che la vostra storia sarà frutto di uno scrittore. Altrimenti, sarete scribacchini.
A voi la scelta.